Un po di storia

     Si presenta come un insieme articolato di edifici in passato connessi tra loro; essi vennero costruiti in periodi diversi a partire già dal 1600, poi adeguati ed ampliati periodicamente al mutare delle esigenze produttive.

    Due sono gli edifici più antichi, i quali rappresentano il nucleo originario: di essi esistono oramai soltanto i resti. Il primo, il più ampio, venne costruito su due piani: un piano terra - dove si svolgeva l'attività molitoria vera e propria - e un secondo livello per ospitare attività diverse di servizio.

     Nel secondo edificio, notevolmente più piccolo, si svolgeva la pesta della canapa, attività che veniva accostata al mulino da granaglie in quanto pratica diffusa e tipica delle valli biellesi.

    Le due lavorazioni erano avvantaggiate poichè, svolgendosi in edifici limitrofi, potevano sfruttare la forza motrice della stessa ruota idraulica alla quale venivano collegati.

    Verso i primi del  '900 l'attività commerciale, estremamente avviata, rendeva obsoleto l'impianto, ormai vecchio di secoli: l'attività della "pesta", veniva sempre più rallentata per il diminuire della coltivazione della canapa.

    Si affiancò così al vecchio impianto, ma ad un livello superiore, una nuova costruzione che, per l'uso che ne venne fatto, si può collocare a metà strada tra protoindustria e industria vera e propria.

           Il mulino dei Susta di Soprana è una delle poche testimonianze idrauliche nella storia del "Mortigliengo", la sua storia parte nel 1627 e si lega al Cantone di Sopra del Mortigliengo.

          Per circa due secoli il "Mulino per la pesta di canapa" fu proprietà della Parrocchia di Soprana per essere poi ceduto, verso la metà dell'ottocento, ad Angelo Susta affinchè lo utilizzasse come strumento di lavoro.

          Venne quindi concepito secondo i canoni costruttivi (seppur in piccolo)  delle fabbriche multipiano di fine 800 inizio 900, la presenza di un albero di trasmissione, con le relative pulegge,indubbiamente servì per trasferire il moto ai macchinari, in seguito, quando nel 1940 l'attività cessò, venne venduto alla ditta Giletti.

          Il progetto di recupero nasce dalla donazione al Comune di Soprana nel 1996 da parte della Famiglia Giletti, il suo succesivo inserimento nel circuito Biellese degli Eco Musei afferma la volontà di conservare e porre in funzione, una testimonianza della cultura del Nostro territorio.